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La gestione del rifiuto arriva porta a porta

di Andrea Curiat

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28 settembre 2009

I cassonetti? Articoli da museo. La nuova strategia "rifiuti zero", messa in atto da molti comuni italiani, sta eliminando dalle strade i vecchi, sporchi e maleodoranti bidoni della spazzatura, mandando finalmente in pensione anche i rumorosi, sporchi e maleodoranti camion della nettezza urbana.
La raccolta dei rifiuti, oggi, è effettuata di porta in porta da addetti che guidano modernissime ed ecologiche vespe elettriche. I risultati non giovano soltanto al decoro urbano, ma anche all'ambiente, in una prospettiva di reale sviluppo sostenibile. In questo modo, infatti, si producono meno rifiuti, si aumenta la percentuale di materiali riciclati, si riducono le emissioni di sostanze inquinanti pro-capite.

Non tutti i comuni, però, sono al passo con i tempi, e alcuni sono più virtuosi di altri. Legambiente stila ogni anno una classifica dei "Comuni ricicloni", calcolando per ogni centro italiano un indice di buona gestione dei rifiuti. L'indicatore si basa su 23 diversi parametri, tra cui la produzione di spazzatura pro-capite, la quantità di raccolta differenziata per tipologia di materiale, l'attivazione dei servizi di ritiro a domicilio e persino l'incidenza dei flussi turistici sui dati delle singole città e paesi.

Nel rapporto "Comuni ricicloni 2009", il vincitore assoluto della classifica stilata da Legambiente su dati 2008 è stato il comune di Cessalto (in provincia di Treviso). L'agglomerato da 3.754 abitanti ha ottenuto un punteggio di 87,60 punti su 100, il più alto in Italia, con una percentuale di rifiuti riciclati del 77,8% e una riduzione delle emissioni di Co2 pari a oltre un quintale pro-capite.

Il sindaco Giovanni Artico commenta così i risultati: «Abbiamo fatto un vero e proprio balzo in avanti dai 75 punti del rapporto Legambiente 2008. In realtà, il miglioramento della gestione rifiuti è in atto nel comune già da anni». Nel 2001, infatti, il comune ha avviato la raccolta porta a porta, per poi ritirare nel 2006 tutte le campane e i cassonetti dalle strade. «Abbiamo quindi costruito una piattaforma ecologica pubblica per lo smaltimento di rifiuti ingombranti – aggiunge il sindaco –, un investimento da 500mila euro». Il passo successivo è stato il passaggio dalla tassa per la spazzatura a una tariffa proporzionale alla produzione pro capite: «Questo – aggiunge Artico – ha spinto la gente a produrre meno rifiuti».

Il costo della gestione dei rifiuti per il comune di Cessalto? Circa 267mila euro, una spesa che – assicurano dal Comune – è cresciuta in misura minima negli ultimi anni. «Bisogna però ammettere che questo tipo di iniziative non è possibile ovunque – conclude il sindaco –. Nei borghi con un centro medioevale, nelle grandi città e persino nei paesi di collina e montagna, attuare una raccolta porta a porta spinta diventa molto difficile, se non impossibile».
Nonostante questi evidenti limiti morfologici, altri comuni si trovano nella posizione di offrire un esempio virtuoso di sostenibilità ambientale.
«Siamo periodicamente invitati da altri comuni per condividere la nostra esperienza e diffondere un vero e proprio approccio culturale innovativo alla gestione dei rifiuti», afferma Giorgio Del Ghingaro, sindaco di Capannori. Il comune ha annunciato nel 2007 l'adozione della strategia internazionale "rifiuti zero", che si propone di eliminare alla radice il problema dello smaltimento rifiuti riducendo il più possibile la quantità di scarti non riciclati.

«Abbiamo organizzato centinaia e centinaia di assemblee – aggiunge Del Ghingaro – per convincere ed educare oltre 45mila abitanti in diverse 40 frazioni del comune. Ne è valsa la pena: i rifiuti prodotti sono diminuiti a una media del 10% l'anno, e proprio nell'ultimo mese c'è stato un abbattimento del 32 per cento». Il trend ha generato una corrispondente diminuzione delle spese di smaltimento, che ha consentito a sua volta di innestare un sistema di incentivi per gli abitanti. «Restituiamo fino al 30% della parte variabile della tariffa a chi fa autocompostaggio dei rifiuti. Con i soldi risparmiati abbiamo anche potuto assumere 40 nuovi addetti nell'azienda di raccolta locale». Un circolo virtuoso su cui si fondano altre iniziative: anche a Capannori la raccolta porta a porta ha sostituito completamente i cassonetti, è in fase di realizzazione la terza isola ecologica e sono stati installati distributori di latte e detersivi per ridurre l'utilizzo di imballaggi. «La prossima frontiera – conclude il sindaco – è arrivare all'elaborazione di una tariffa puntuale, personalizzata per ogni nucleo famigliare e per ogni utente».

28 settembre 2009
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